PRO E CONTRO: BANDIERE ITALIANA ED ESTERE

PRO E CONTRO: BANDIERE ITALIANA ED ESTERE

Giovedì 22 Luglio 2021 alle ore 21.00 ha avuto luogo una diretta on-line, promossa da Gianni Tessaro di “velisti in Facebook” finalizzata ad individuare i vantaggi, gli svantaggi e le implicazioni della scelta del Paese in cui registrare la propria imbarcazione e quindi della Bandiera da esporre, con particolare riferimento alla bandiera polacca che ultimamente sta andando di gran moda.

È possibile rivedere l’evento in streaming su YouTube all’indirizzo https://www.youtube.com/watch?v=NTMn3SZyyEs

Sono intervenuti (in ordine alfabetico):

Giuseppe Accardi (Pres. Universo Mare, autore pubblicazioni, tra le altre, “Utilizzo Commerciale unità da Diporto”, “Titoli marittimi per il Diporto nautico”. Specializzato nelle evoluzioni normative sulla nautica da diporto)

Antonio Bufalari (Avvocato e Docente specializzato in Nautica da diporto, Legal Counsel Marinedi Group e Presidente Assonautica Romana).

Luciano Costantin (Consulente Tecnico, Legale e Amministrativo per registrazioni, radiazioni e iscrizioni ai principali Registri Internazionali).

Filippo Mennuni (Titolare di Admiral Consulting – Agenzia specializzata nell’assistenza Tecnica, Legale e Amministrativa per registrazioni, radiazioni, deliveries worldwide e pianificazione viaggi internazionali).

Ettore Romagnoli (Contrammiraglio CP, Avvocato, Prof. Universitario, Autore pubblicazioni Codice della Nautica e articoli su Diritto marittimo, Norme, Trasporti e Nautica).

Gianni Tessaro fondatore di “Velisti in Facebook” in qualità di moderatore.

I problemi affrontati, frutto delle numerose osservazioni esposte dai diportisti sono stati:

1)           Lentezza e farraginosità burocratica

2)           Oneri eccessivi in particolar modo nella compravendita dell’unità

3)           Dotazioni di sicurezza

4)           Revisione zattera di salvataggio

5)           Certificato di sicurezza

6)           Controlli in mare da parte delle forze di polizia

Indubbiamente la fuga di diportisti dalla bandiera italiana a quelle di altra nazionalità denuncia la scarsa attrattiva per nostro vessillo a causa di una burocrazia farraginosa, oneri e balzelli oltre a controlli assillanti da parte degli organi di Polizia in mare.

Nell’incontro è stata fatta una disamina di questi argomenti sotto diversi punti di vista, arricchendo il contesto con precisi riferimenti normativi, chiarimenti tecnici, implicazioni, costi e benefici del cambio bandiera.

Il panorama che alla fine è venuto a delinearsi è che il “Sistema Italia” penalizza notevolmente il settore a causa di una scarsa attenzione da parte degli organi amministrativi e legislativi, ma anche per una non corretta ed esaustiva informazione all’utenza.

Per una più ampia informazione riportiamo di seguito alcune precisazioni in relazione agli argomenti sopra citati:

1 Con l’entrata in vigore dello STED i da una verifica degli ultimi giorni, per una nuova registrazione, i documenti vengono rilasciati in circa 7 giorni, per rinnovi ecc una quindicina di giorni, casi particolari 30 giorni.
A regime le cose dovrebbero ulteriormente migliorare.

I più sfortunati sono coloro che hanno presentato le richieste a Febbraio/Marzo, quando il sistema non era ancora rodato e che hanno dovuto attendere anche 3-4 mesi.

È stato evidenziato che molti dei ritardi denunciati per il passaggio da bandiera estera a bandiera italiana sono stati causati dalla carenza della documentazione presentata dal richiedente, in particolar modo dal fatto che il “Bill of sale” non è un documento soddisfacente per il nostro ordinamento, ma è necessario un atto notarile ufficiale del Paese di dismissione, con traduzione giurata. Affidandosi ad un professionista del settore questo documento sarebbe stato correttamente predisposto senza causare ritardi.

È importante affidarsi ad un’agenzia riconosciuta che espone il marchio STED, operatori indiretti sono spesso poco efficienti o affidabili. Provvedendo autonomamente si rischia di perdersi nel labirinto di normative e bollettini postali. D’altronde in ogni campo è sempre consigliabile affidarsi a professionisti!

2 Purtroppo, in Italia, gli oneri anche per l’acquisto di un appartamento o di un’autovettura sono elevati, ma ci siamo oramai abituati.

In Italia il passaggio di proprietà per un’unità di 12 metri è di circa 600 euro, in Polonia i costi sono i seguenti:

Da 0 a 7 m – 310€, Dai 7,01 ai 12m – 370€, c’è da aggiungere un contributo per il rilascio del codice MMSI che deve però essere rinnovato ogni 5 anni.

In Italia è stata abolita la tassa di possesso, mentre in Francia è stata reinserita ed ha un costo paragonabile alla nostra tassa di registro per il passaggio di proprietà. Su bandiera francese la tassa di possesso va pagata ogni anno, e ci sono da considerare anche agli oneri di domiciliazione.

3 L’obbligo della nuova cassetta di pronto soccorso nautica con gli assurdi contenuti è però obbligatoria solo per la navigazione oltre le 12 miglia.

Per le restanti dotazioni non mi sembra una situazione drammatica, considerato che nessun diportista prenderebbe il mare senza fuochi di segnalazione, salvagenti, zattera di salvataggio ecc…

4 Un onere decisamente sgradito è quello della revisione della zattera di salvataggio ogni 2 anni.
Il costo non si discosta dalle tariffe praticate all’estero. In Francia, però, allo stesso prezzo, la revisione è ogni 4 anni.

I termini di revisione pare siano stabiliti dal produttore. Essendo noi in Europa non si comprende come mai vi siano disposizioni così diverse. Questo è un argomento su cui si dovrebbe intervenire con ferma decisione.

È da tenere però presente che in alcuni Paesi, in caso di utilizzo commerciale, la revisione della zattera è annuale, così come per i giubbini salvagente autogonfiabili.

5 Il costo corrente per la visita del tecnico per l’emissione del certificato di sicurezza è di circa 250-300 euro. Onere da sostenere ogni 5 anni per una media di 50-60 euro/anno.

Taluni operatori meno seri praticano prezzi ben più alti senza motivo.

La visita periodica per il rilascio del certificato di sicurezza ci consente di poter disporre di un tecnico qualificato a basso costo, cui affidare la nostra sicurezza, dobbiamo perciò valutarla come un investimento più che giustificato.

Dovremmo quindi abituarci a considerare la visita del tecnico certificatore quale un’opportunità di confronto, occasione per chiedere consigli e verifica dell’adeguatezza delle nostre istallazioni e impianti.

Vale la pena sottolineare che, per le bandiere che non prevedono una visita tecnica a seguito di un sinistro (impatto con uno scoglio riparato dal cantiere), in caso di un successivo sinistro con vittime, ne risponderà in toto il proprietario che potrebbe non avere avuto le competenze tecniche per valutare l’operato del cantiere. Il conforto o meglio l’attestazione dell’ente certificatore, potrebbe sollevare il proprietario da gravose responsabilità penali e civili.

Tutto ciò premesso la domanda legittima è: “Coloro che prendono un’imbarcazione in locazione o noleggio battente bandiera estera cui non è richiesto un certificato di sicurezza, quali garanzie si possono avere?”

6 I controlli effettuati da Guardia di Finanza e Guardia Costiera sono maggiormente rivolti alle unità di bandiera italiana, mentre i controlli sulle bandiere estere sono molto meno frequenti forse perché gli organi di polizia non hanno competenze ed istruzioni adeguate riguardo le normative straniere.

Rileviamo però che ultimamente, anche in Italia, si stanno effettuando controlli su bandiere belghe ed olandesi, sulle cui normative le forze di polizia sono state istruite circa le nuove evidenze.

 

Sul numero di Bolina di questo mese (luglio) c’è un interessante articolo proprio in merito alle bandiere estere.

A pag. 44 c’è un’importante nota, relativa ad una modifica del Codice dei trasporti francese:

“qualsiasi imbarcazione appartenente a residenti in Francia anche con bandiera straniera, che naviga o staziona in acque francesi deve avere le dotazioni di sicurezza previste dalle norme francesi, abilitazione dello skipper compresa.

Girava la voce che la bandiera estera non prevedeva controlli in navigazione e neanche la patente (attenzione perché questa era una falsa informazione in quanto la patente, quando richiesta, è sempre stata necessaria per la navigazione a prescindere dalla bandiera – purchè sia UE -)  e non venivano richieste neanche dotazioni particolari. Il tutto viene affidato alla responsabilità di un comandante. In effetti molto più logico e soprattutto pratico.”

Alla luce di quanto sopra esposto e dall’analisi dei fatti, non sembrerebbe che migrare su bandiere estere sia poi così indispensabile o vantaggioso.

Per concludere desidero manifestare il mio disappunto sul fatto che debbano intervenire esperti del settore, associazioni e diportisti sostituendosi agli organi legislativi ed operativi per dare visibilità ai malumori che hanno avuto come conseguenza la dismissione di bandiera da parte di molti diportisti italiani.

Dovrebbero invece essere proprio le istituzioni a documentari e fornire chiare indicazioni sia all’utenza che alle forze di polizia per effettuare quei controlli, in mancanza dei quali, talune unità potrebbero navigare nelle nostre acque territoriali, costituendo pericolo per gli altri e per loro stesse.

In questi giorni è stato nominato Comandante Generale delle Capitanerie di Porto e Guardia Costiera l’Amm. Isp. Capo Nicola Carlone che ha sostituito il precedente Comandante Giovanni Pettorino.

Spero che il nuovo Comandante Generale ponga maggiore attenzione a questi argomenti trascurati dall’ultima amministrazione e che queste note arrivino sulla sua scrivania.

Giuseppe Accardi
Presidente UniversoMare
Associazione per la Nautica
www.universomare.it
Mob. 3923344258